Ciao, io sono Gerry Nonostante il nome, non sono un ragazzo come te: sono un gorilla. Sono nato qui, in questa gabbia di derisione, e mia madre, fragile alito di primavera, col seno ancora gonfio di latte e miele, chiuse gli occhi mentre mi affidava a questa luce. Con un sorriso strano, che sembrava strazio, mi lasci cadere dalle braccia chiedendomi perdono, perdono per avermi dato questa pelle e la malinconia della prigione. Forse, mia madre, dall'alto...